Il nuovo anno accademico si avvicina e l’istituto di moda pontederese celebra i suoi laureandi, tra tessuti ricavati dai funghi e capi genderless
“Anche quest’anno ci sono progetti di laurea di altissimo livello, dedicati in gran parte alla sostenibilità ambientale, una tematica che si sposa perfettamente con i valori del nostro istituto – ha spiegato Alessandro Bertini, direttore di Modartech – da almeno dieci anni, infatti, crediamo fortemente nella tutela dell’ambiente, nell’inclusività e nel made in Italy come ambiti con i quali la moda deve confrontarsi”. “Crediamo fortemente che il numero crescente di aziende che collaborano con noi lo facciano perché vogliano collaborare con i nostri giovani – ha aggiunto – perché grazie a loro si può innovare e sperimentare, per mettere in pratica quelle idee che, oggi, sembrano soltanto un azzardo”.
E tra le studentesse laureate c’è Giuditta Rossi, che ha pensato proprio a utilizzare il muskin, un tessuto “vegano” estratto dai funghi. “La mia collezione è nata durante la quarantena e immediatamente dopo: è stato un modo per avere un’introspezione sui rapporti sociali che intratteniamo quotidianamente – ha spiegato – il muskin, che è un materiale molto costoso e delicato, è stato utilizzato per realizzare borse e corpini”.
Insieme a lei, anche Angelica Sarti, che nella sua collezione ha studiato il periodo dell’antropocene, ovvero quello del dominio dell’uomo sulla natura. “Prende ispirazione dalle forme geometriche e simmetriche delle costruzioni umane, con l’inserimento di dettagli e lavorazioni che si rifanno alla natura che cerca di riprendersi i suoi spazi – ha detto – la collezione è stata possibile anche grazie ad alcune aziende tra Campi Bisenzio e Prato, mentre ho appena concluso lo stage di 6 mesi da Valentino per lo sviluppo di abiti ricamati da sfilata”.
Infine, anche una studentessa di Calcinaia: Carlotta Citi, che sta ancora affrontando il suo periodo di tirocinio presso Yves Saint Laurent. “Nella mia collezione c’è un excursus multidisciplinare tra storia, antropologia, sociologia e filosofia che si interroga sul concetto della Cancel culture – ha spiegato – il progetto è, come viene richiesto sempre più dal mercato, seasonless, ovvero composto da capi che possono essere portati ogni giorno. inoltre, è una collezione genderless che studia l’individualità per rendere i vestiti autonomi e unici”. “Il prossimo 30 Gennaio ci sarà l’inaugurazione del nuovo anno accademico – ha concluso Bertini – saranno presentati anche tutti i nuovi corsi che avvieremo. Crediamo sia la strada giusta da seguire per il futuro e i numeri che registriamo ci danno ragione”.