RODARI, VEDI ALLA VOCE FANTASIA. A 100 ANNI DALLA NASCITA DELLO SCRITTORE PIEMONTESE

Gianni Rodari ha scritto numerosi articoli, saggi, ma è ricordato soprattutto per i suoi celebri libri “per bambini”: favole, filastrocche, storie intrise di un umanesimo che resiste al tempo e che ancora oggi offrono al lettore, piccolo o adulto che sia, tutta la freschezza del pensiero di un autore tra i più originali, intelligenti e spiritosi della letteratura italiana con il suo stile tra ilare, comico, gaio ma mai spensierato.

“In principio la terra era tutta sbagliata” dice Rodari in Storia Universale, l’ultima delle sue Favole al Telefono “C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare, e agli errori più grossi si poté rimediare: da correggere però ne restano ancora tanti: rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti!”

In occasione del Premio Andersen, il più importante premio per i libri per l’infanzia, che gli fu assegnato nel 1970 Rodari parlò della fiaba come del luogo di tutte le ipotesi, di un modo per illuminare strade nuove.

Nel 1973 Einaudi pubblicò il suo testamento poetico, la Grammatica della Fantasia, indirizzato idealmente “ a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile, a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola” (Gianni Rodari).

È proprio la creatività, intesa come fantasia creativa, l’esercizio sistematico della facoltà di inventare, la chiave di lettura di Rodari. La sua fantasia è sempre strettamente connessa con la società del suo tempo, anche quando finge di staccarsene immaginando mondi paralleli denota la volontà di demistificare i luoghi comuni, le frasi fatte, i conformismi e tutto ciò su cui pigramente ci adagiamo invece di elaborare strumenti interpretativi nuovi ed efficaci. Portava avanti una battaglia culturale e politica rivolta alle nuove generazioni di insegnanti e di bambini che si sarebbero formati all’interno di una scuola rinnovata con la capacità di “stappare i cervelli” dei cittadini del futuro per renderli più attenti e consapevoli verso gli inganni del potere, da qualunque parte venga. Erano gli anni in cui il mondo si avviava a comprendere che le cose da bambini non sono solo da bambini ed è per questo che Rodari deve essere liberato dalla gabbia di autore per ragazzi: è stato invece un grande scrittore, sperimentatore di generi diversi e artefice di una straordinaria pluralità di linguaggi, in più ha saputo dare eguale dignità alla cultura popolare e alla cultura alta, muovendosi in un ambito che oggi possiamo definire multimediale, tra letteratura, musica, fumetto, arti visive, cinema, teatro.

Si deve pertanto restituire a Rodari il suo ritratto a figura intera: non solo pedagogista di culto tra gli anni ’60 e ’70 del ‘900, non solo inviato dell’Unità e collaboratore di Paese Sera, non solo filastrocchiere e favolista tradotto in tutto il mondo, non solo narratore civile di altri mondi possibili, non solo anima dello sviluppo democratico del nostro Paese.