Si è spento nel pomeriggio di Martedì 24 Settembre nella sua casa a Fornacette all’età, solo anagrafica, di 92 anni, Mauro Pistolesi, Presidente dell’Auser Calcinaia.
A novembre Mauro avrebbe compiuto 93 primavere anche se nello spirito, nella tenacia, nel desiderio di fare, proporre, partecipare, ha sempre vissuto in un’eterna primavera.
Con il suo entusiasmo, con la sua passione, con il suo contagioso ottimismo riusciva, infatti, proprio come la primavera, a risvegliare coscienze, a ridestare, nelle persone con cui si rapportava, la voglia di esserci, di dare una mano per la nostra comunità.
Già, perché da sempre, tutti gli impegni che Mauro assumeva per conto dell’Auser erano esclusivamente indirizzati all’aiuto degli altri, di cittadine e cittadini, degli anziani, di bambine e bambini, semplicemente di chi aveva bisogno. Una missione che grazie all’infaticabile lavoro di tutti i volontari, l’Auser è riuscita costantemente a portare a termine ottenendo plausi e consensi unanimi.
Mauro è una di quelle rare persone in grado di farsi benvolere da chiunque, per questo non stupiscono le testimonianze di affetto arrivate da ogni parte a tributare la grandezza del suo animo e della sua generosità.
La sua vita è stata una lunga avventura costellata di eventi incredibili che l’hanno portato a conoscere un’infinità di persone, a guadagnarsi tanti riconoscimenti e a farsi un’esperienza autentica, reale, solida, nel lavoro come nel partito, nel sindacato come nelle istituzioni, nell’associazionismo come in ogni ambito in cui ha scelto, deciso e voluto impegnarsi.
Mauro era naturalmente incapace di odiare e da questo punto di vista, è esemplificativo citare un episodio che raccontava spesso e che fu ripreso anche in uno stupendo articolo apparso sul quotidiano La Repubblica diversi anni fa. Aveva poco più di 10 anni quando fu accompagnato da uno zio partigiano a Milano in Piazzale Loreto dove nel 1945 vennero appesi a testa in giù i corpi di Benito Mussolini, Clara Petacci e altri gerarchi fascisti. In molti si accanirono su quelle spoglie esamini e, benché, la prima parte della vita di Mauro fosse stata decisamente condizionata dalle violenze perpetrate dal fascismo ai danni della sua famiglia, da subito lui prese le distanze da queste manifestazioni di odio cieco e furioso. Nello stesso piazzale in cui poco meno di un anno prima vennero brutalmente fucilati 15 partigiani, c’erano in quel momento partigiani che infierivano su corpi privi di vita. Un’immagine che rimase indelebile nella mente di Mauro e che lo portò per tutta la sua esistenza a sostenere che all’odio non si risponde con l’odio, perché praticando l’odio si finisce nel ritrovarsi nel solito solco delle persone che l’hanno seminato e per questo sono state detestate.
Cosa ben diversa era esporsi, parteggiare, difendere e far valere le proprie idee, i propri valori. Da persona trasparente, schietta, vera, Mauro infatti non ha mai nascosto la sua appartenenza, la sua militanza, i suoi principi. La tessera del sindacato (CGIL) in tasca già dal 1947 e poi quella del PCI ed altre fino ad arrivare a quelle dello SPI e dell’Auser.
E se ci sono due parole che meglio di qualunque altre possono riassumere la vita di Mauro sono: partecipazione e amore.
Partecipazione perché Mauro è sempre stato presente, dalle lotte sindacali alle riunioni di partito, dagli incontri operativi nell’ambito delle associazioni agli eventi istituzionali a cui è stato invitato. Ha svolto il suo ruolo da Presidente dell’Auser Calcinaia come un vero e proprio lavoro a tempo pieno, ogni giorno presente, disponibile, attivo, propositivo. Mai una critica fine a se stessa, le sue osservazioni erano sempre costruttive e quando c’era da fare qualcosa, da far partire ad esempio un servizio che poteva essere utile alla comunità, non si è mai tirato indietro.
Forse proprio perché l’appagamento più grande per lui, era quello di vedere persone soddisfatte del suo lavoro e di quello dei volontari.
E poi c’era Iria. L’amore. L’amore, insieme a quello che esprimeva sempre per figli e nipoti, più grande della sua vita. Mauro e Iria si sono sposati civilmente nel 1957 a Cascina e sono stati sempre uno accanto all’altra fino alla morte di Iria avvenuta l’8 settembre del 2023. Le aveva promesso di resistere, di proseguire fino a quando le forze lo avrebbero assistito. Il pensiero di Iria lo ha accompagnato per un anno intero in tutto quello che è riuscito a fare. Le ultime parole di lei sono state per lui e sono state queste “Ricordate sempre chi è stato Mauro. Tutta la vita è stata spesa per aiutare gli altri. Ho imparato molto da lui”.
Una sorta di ammonimento, quello di Iria, accolto con trasporto dal Sindaco del Comune di Calcinaia, Cristiano Alderigi: “Mauro è stato una bella persona, gentile ed entusiasta della vita e del suo agire per la comunità. Insieme a Iria sono stati un chiaro esempio di cittadinanza attiva sempre propositiva e collaborativa; in questo modo hanno ottenuto i migliori risultati per le associazioni che hanno presieduto e per le quali tanto si sono spesi sempre a favore delle persone più fragili. Le mie più sincere condoglianze ai figli Carlo e Sergio e ai familiari oltre a tutti quelli che hanno voluto bene al nostro caro Mauro”.
Ai figli Carlo e Sergio e a tutta la famiglia di Mauro un grande abbraccio e le più sentite e sincere condoglianze anche da parte di tutta l’Amministrazione Comunale e dei suoi dipendenti.
La salma di Mauro è esposta nella cappella del commiato presso la Pubblica Assistenza di Fornacette.
Giovedì 26 Settembre alle ore 15.00 presso la sede dell’Auser in via Morandi a Fornacette si terrà la commemorazione e l’ultimo saluto a Mauro.
P.S. Chi scrive ha ricordi molto vividi di Mauro disseminati in un percorso di reciproca conoscenza lungo 15 anni. Non so se è opportuno, ma non posso fare a meno di aggiungere una nota del tutto personale a quanto già scritto. Forse se lo faccio è solo perché glielo devo.
Considero Mauro, anche se non sono sicuro che anagraficamente il grado di “finta parentela” possa reggere, una sorta di “nonno acquisito” e nei suoi confronti ho nutrito e continuerò per sempre a nutrire un affetto incondizionato. Sentimento che è stato ampiamente ricambiato in questi anni. Per questo posso assicurare che sto scrivendo queste poche righe aggiuntive a “cuore aperto”, come se un chirurgo dell’animo me le stesse asportando.
Mauro parlava molto. Era una fonte inesauribile di aneddoti, racconti, storie di vita vissuta di fronte a cui era impossibile rimanere indifferenti. Aveva una capacità, che non ho mai trovato in nessun’altra persona di qualunque età. Si presentava con l’urgenza di comunicare qualcosa e nel farlo, riusciva ad aprire una serie impressionante di parentesi, digressioni mai banali che sembravano però portare da tutt’altra parte la conversazione, ma ad un certo punto con la pazienza del più meticoloso algebrico riusciva una alla volta a richiudere ogni parentesi e a concludere il discorso iniziato decine di minuti prima.
Sono sempre rimasto ammaliato da questa sua capacità di “chiudere il cerchio”, che poi è quello che dà un senso compiuto a tutto, a quello che si vive, a quello si sente, a quello che si scrive. Mauro aveva una garbatezza di altri tempi, veniva nel mio ufficio in Comune esclusivamente per questioni che afferivano all’Auser, ma aveva sempre il timore di disturbare e mostrava sempre la pazienza di chi sa aspettare. Ha perso Iria poco più di un anno fa e mi ha confidato di averla trovata spesso nei suoi ricordi, di averla vista come se fosse reale nei suoi sogni, di averla cercata al suo fianco nel letto. Le aveva giurato che si sarebbe fatto forza e avrebbe resistito almeno fino all’anno successivo per portare a termine alcune cose che le aveva promesso. Ha avuto la pazienza di farlo, prima di andarsene con la sua consueta garbatezza, di chiudere per sempre il cerchio della loro vita.
Ciao Mauro, mi mancherati tanto!